Association of Art & Science Rome, ITALY

SOME POEMS FROM INDIVIDUALS

Mauro Berti (Genzano, Italy):
  1. SENTIMENTI - I COLORI DELL’ANIMA
  2. UOMO, FERMATI UN POCO E RIFLETTI

Information on Author

Mauro Berti è nato a Genzano di Roma, e risiede in via Calabria, n° 30. Lavora come tecnico nei laboratori di ricerca presso una nota casa farmaceurica. Ha sempre amato l’arte in generale ed in particolar modo la pittura a cui si dedica da trent’anni. E’ appassionato di fotografia e di poesia. Ha pubblicato per la prima volta nel 1996 con la Montedit la silloge dal titolo Sentimenti - I colori dell’anima. La sua arte riflette la necessità di creare, capire e comunicare, cercando di penetrare la vertà nella relazione tra consapevolezza umana e ciò che ci circonda. Esprimere in versi semplici le sue emozioni, le sue passioni e le sue idee verso i temi più profondi che da sempre hanno interessato l’uomo. Questa è sempre stata una sua debolezza ed è la coordinata per l’aspirazione ad un mondo migliore, sempre più a misura d’uomo.

E’ stato segnalato dalla giuria al premio Marguerite Yourcenar del 1995, si è classificato 7° al premio Poeti dell’Adda nel 1997 ed è stato inserito ne Le più belle poesie del premio letterario de Il Club degli autori 1997/1998.

MAURO BERTI

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SENTIMENTI

I COLORI DELL’ANIMA (Collana I GIGLI - poesia )

PREFAZIONE

Aprire un libro nuovo è un gesto magico. C’è un po' della trepidazione con cui, poco a poco, sveliamo l’anima e il corpo del nostro amore; c’è un po' dell’euforia che sentiamo quando ci accorgiamo di aver trovato un amico. E c’è sempre, il piacere di rimettersi in cammino per sentieri sconosciuti, affidandosi alla mano dell’autore sinché lui stesso non svelerà dove ci sta conducendo.

E’ come tornare bambini ed ascoltareil mondo che sussurra i propri segreti - peccato che poi si dimentica. Loro, i bambini, hanno occhi vigili ed un’espressione attenta ed assorta mentre fissano ciò che noi non vediamo più. Così guarda il poeta. Lontano dal fracasso delle voci e dal clamore delle macchine, lui osserva le stelle e le sente tremare dal freddo.

proprio con questa suggestiva immagine, densaa di spazio e di silenzio, si si apre la prima raccolta di liriche di Mauro Berti. Un’immagine che sembra espandersi all’infinito come il cielo stellato, dando il benvenuto al lettore. Ma, anche, invitandolo al ssilenzio, al raccoglimento, all’osservazione. Doti che hanno permesso a Berti di esprimersi al meglio soprattutto nelle liriche in cui protagonista è la naturanei suoi molteplici aspetti: nascono così versi di limpida semplicità in cui paesaggi noti si rivestono di una gentilezza nuova e fresca.

Penso alla fuga di campi che corrono veloci ne Il domani; alla serie di albericantanti un’unica melodia in Omaggio al mio paese,dove ogni singolo verso stilla la rugiada e brilla del sole di Genzano, a quel vero e proprio bozzetto impessionista che è Colori di autunno. E fermiamoci qui, lasciando alla sensibilità del lettore il piacere di scccoprire altri pregevoli spunti naturalistici proposti dall’autore.

L’ammirazione del paesaggio - da cui nasce un incanto che regala, lo intuiamo, istanti assai preziosi a Berti - lascia il posto in altre poesie al racconto dell’esperienza umana altrui o, più spesso, propria. E con il tema cambia ancheil linguaggio che, pur restando piano e semplice, si fa più disteso e più vicinoalla prosa; maggiormente in sintonia con l’occhio che guarda, diventato ora più consapevolmente grande, adulto. E dunque anche più disilluso e segnato da un percorso che appare, talvolta, aspro e tormentato. Compaiono qui alcuni temi non insoliti ma sempre di grande impatto emotivo: i drogati crocifissi, / o peggio disprezzati, / respinti e colpevoli solo di drogarsi fino alla morte; i vecchi, cui è dedicata una poesia dal ritmo cadenzato e lento, quasi a voler rappresentare anche foneticamente il faticoso succedersi di giorni sempre uguali in attesa dell’ultimo.

Così Berti arriva ad interrogarsi sull’essenza del tempo, precipita alla stregua di una spirale che si avvolge su se stessa come un serpente: Tempo ineluttabile che ci circonda,/ tutto si ripete pur sembrando nuovo / e il tempo consuma il tempo. La drammaticità di un momento presente è quindi mitigata dalla consapevolezza che tutto, prima o poi, è destinato a diventare ricordo e il ricordo, si sa, smorza le tinte e sfuma i contorni, placando le emozioni troppo violente. Ciò che dà senso ad un percorso individuale, sembra suggerire l’autore, è solo la riflessione sul passato, unica misura di noi stessi.

Ed ecco perché, significativamente, la raccolta si conclude proprio con un invito a guardarsi indietro: leggendomi / scopro me stesso.

Bianca Cerulli

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UOMO, FERMATI UN POCO E RIFLETTI

  • Uomo sforza l’udito per poter sentire

    se hai coscienza di esistere,

    afferra con tutti i tuoi sensi la fede

    che è posseduta da chi in Dio si è perduto.

    Uomo tralascia del mondo le materiali cose

    che non sono trascendenti ed eterne,

    come la luce infinita che illumina

  • frutto del libero Spirito creatore.

  • Uomo non aver paura del silenzio e della solitudine

    per immergerti in colloquio da solo con il Solo,

    senza parole che non servono in un intimo dialogo,

    in cui Lui si fa capire dissipandoci i dubbi dal cuore.

  • Marzo ‘96

    (Sulle bianche cime del Trentino)Uomo, fermati un poco e rifletti.

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